Hai presente quando devi presentare un certificato di laurea, un diploma o qualunque attestato scolastico e non hai voglia (o tempo) di fare la fila presso l’istituto o l’ente che l’ha rilasciato? Beh, sappi che puoi utilizzare l’autocertificazione, uno strumento comodo e legalmente riconosciuto che ti permette di dichiarare tu stesso il possesso del titolo di studio, senza necessità di presentare immediatamente il certificato originale. È una bella semplificazione burocratica, resa possibile da varie normative, di cui la principale è il DPR 445/2000. E in questo articolo, te lo assicuro, capirai tutto ciò che devi sapere per muoverti con sicurezza quando devi autocertificare un titolo di studio.
Indice
- 1 Cos’è l’Autocertificazione e Perché Esiste
- 2 Chi Può Utilizzare l’Autocertificazione
- 3 Cosa Significa Autocertificare un Titolo di Studio
- 4 Come Redigere l’Autocertificazione
- 5 Modalità di Presentazione
- 6 Validità Temporale dell’Autocertificazione
- 7 Responsabilità e Conseguenze di Dichiarazioni False
- 8 E se Qualcuno Rifiuta l’Autocertificazione?
- 9 Differenza tra Autocertificazione e Autenticazione della Firma
- 10 Esempio per Autocertificare un Titolo di Studio
- 11 Come Consegnare l’Autocertificazione
- 12 Conclusioni
Cos’è l’Autocertificazione e Perché Esiste
Lo sai? L’autocertificazione è, di fatto, una “dichiarazione sostitutiva di certificazione,” un documento in cui tu, come cittadino, dichiari alcune informazioni (ad esempio il tuo titolo di studio) che in passato dovevi attestare presentando un certificato ufficiale rilasciato da un ente competente. Perché si è deciso di farlo? Per semplificare i rapporti tra il cittadino e la Pubblica Amministrazione o i gestori di servizi pubblici.
Tanto per fare un esempio banale, se una volta dovevi richiedere un certificato di diploma al tuo vecchio liceo (magari impegnando una mezza giornata per ritirarlo), oggi puoi compilare un foglio con i tuoi dati e dichiarare il possesso di quel diploma. Risultato? Un bel risparmio di tempo e la possibilità di interagire con gli uffici in modo più snello.
Chi Può Utilizzare l’Autocertificazione
Non tutti (o meglio, non in qualsiasi circostanza) possono fruire dell’autocertificazione. Vediamo insieme i soggetti e le situazioni. Anzitutto, le dichiarazioni sostitutive (questo il nome tecnico) sono ammesse nei rapporti con:
Pubbliche Amministrazioni
Parliamo di ministeri, scuole, università, regioni, comuni, comunità montane, camere di commercio, ASL e così via. In pratica, quasi tutti gli enti di diritto pubblico.Gestori di Servizi Pubblici
Poste Italiane, ENEL, aziende del gas, dell’acqua, Telecom, ACI. Insomma, quei soggetti che forniscono servizi essenziali per la collettività.Privati che lo consentono
Può succedere che un’azienda privata richieda un certificato di studio ma permetta di presentare invece un’autocertificazione, semplificando la procedura.
Secondo la legge (art. 15 L. 12 novembre 2011, N. 183), dal 1° gennaio 2012 le normali certificazioni richieste a una pubblica amministrazione o a un gestore di servizi pubblici vengono sostituite dall’autocertificazione. Di conseguenza, se ti capita un dipendente pubblico che insiste nel voler il certificato originale anziché l’autocertificazione, sappi che è in errore, e potrebbe persino essere segnalato per violazione dei doveri d’ufficio.
I Cittadini Che Possono Autocertificare
Cittadini italiani (a prescindere da dove risiedono)
Cittadini dell’Unione Europea
Cittadini extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, ma solo se i dati che dichiarano sono verificabili o certificabili da soggetti pubblici in Italia.
Se rientri in queste categorie, hai diritto di utilizzare l’autocertificazione per dichiarare il tuo titolo di studio, con la stessa validità che avrebbe il corrispondente certificato.
Cosa Significa Autocertificare un Titolo di Studio
Autocertificare un titolo di studio vuol dire stendere (su carta semplice o su un modulo precompilato) una dichiarazione firmata da te, in cui affermi, ad esempio, “Io, Mario Rossi, nato a…, residente a…, dichiaro di essere in possesso del diploma di Scuola Secondaria di Secondo Grado conseguito presso l’Istituto XYZ nell’anno… con votazione…”. Con questa dichiarazione, ti assumi la responsabilità penale di quanto affermi.
Hai presente il passaggio in cui c’è scritto che “il cittadino assume la responsabilità di quanto dichiara e ne risponde penalmente in caso di dichiarazione falsa o mendace”? Ecco, è proprio questo il punto fondamentale: se menti, le conseguenze non sono banali. Puoi incorrere in sanzioni e, in certe situazioni, decadere dai benefici ottenuti (tipo l’iscrizione a un corso, un concorso pubblico, un lavoro) grazie a quella falsa dichiarazione.
Come Redigere l’Autocertificazione
Carta Semplice: Non servono marche da bollo o costose “carta intestata.” Puoi usare un foglio A4 qualsiasi.
Dati Personali: Inserisci i tuoi dati anagrafici (nome, cognome, data e luogo di nascita), la tua residenza attuale (indirizzo, comune, CAP), e un recapito se necessario.
Oggetto della Dichiarazione: Specifica chiaramente che stai autocertificando il tuo titolo di studio, citando nome dell’istituto, indirizzo scolastico (se pertinente), data di conseguimento e voto (se richiesto).
Normativa Riferita: Può essere utile (ma non sempre obbligatorio) menzionare il DPR 445/2000 e l’art. 15 L. 183/2011, per far capire a chi riceve il documento su quale base legale lo stai emettendo.
Firma dell’Interessato: La firma è obbligatoria, ma non dev’essere autenticata dal notaio o da un pubblico ufficiale (salvo casi particolarissimi).
Allegare Fotocopia del Documento d’Identità: Se invii l’autocertificazione per posta o non firmi davanti al funzionario, devi allegare la fotocopia di un tuo documento di identità valido. Questa è una misura che serve all’ufficio per verificare che tu sia effettivamente la persona che dichiara.
Modalità di Presentazione
Di Persona: Se vai tu stesso all’ufficio competente, puoi firmare la dichiarazione davanti al funzionario. In tal caso, non hai bisogno di allegare la fotocopia del documento. Il dipendente potrà verificare la tua identità in loco.
Per Lettera o Fax: In questo scenario, firmi la dichiarazione a casa e poi la spedisci o la invii per fax, allegando la fotocopia (non autenticata) di un tuo documento di identità.
Impedimento Temporaneo per Motivi di Salute: Se non puoi rendere la dichiarazione personalmente, lo può fare un parente prossimo (fino al terzo grado di parentela), davanti al pubblico ufficiale e dichiarando l’impedimento per ragioni di salute.
Tieni conto che molte amministrazioni (o privati) accettano ormai l’autocertificazione anche via email, purché firmata digitalmente o con altre modalità legalmente riconosciute. Se invece vuoi restare sul tradizionale, fax e raccomandata restano soluzioni valide, a patto di includere sempre la fotocopia del documento d’identità.
Validità Temporale dell’Autocertificazione
Una domanda che spesso sorge: “Ma la mia autocertificazione scade?” In linea di massima, ha la stessa validità del certificato che sostituisce. Se il titolo di studio non ha una data di scadenza (un diploma conseguito nel 2010 è valido per sempre, no?), allora anche l’autocertificazione relativa non scade. Certo, se si tratta di un attestato che ha validità di un anno (pensa a certi corsi di specializzazione annuali), anche l’autocertificazione avrà la stessa durata.
Responsabilità e Conseguenze di Dichiarazioni False
Onestamente, qui occorre essere chiari: dichiarare il falso in un atto sostitutivo di certificazione è reato. L’art. 76 del DPR 445/2000 prevede sanzioni penali e la decadenza dai benefici eventualmente conseguiti. Quindi, se qualcuno pensa di “fare il furbo” e autocertificare una laurea inesistente, la cosa si può trasformare in un bel guaio giudiziario.
Nella pratica, gli enti che ricevono l’autocertificazione effettuano controlli, spesso a campione, presso le istituzioni scolastiche o universitarie di riferimento. Se risulta che hai mentito, perdi tutto ciò che hai ottenuto (ad esempio l’iscrizione a un concorso pubblico o l’assunzione) e, inoltre, scattano possibili denunce. Non ne vale la pena, davvero.
E se Qualcuno Rifiuta l’Autocertificazione?
Capita purtroppo che alcuni dipendenti pubblici (o anche privati) non siano aggiornati sulla normativa e insistano nel volere il certificato originale. La legge dice chiaramente che, nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, “le certificazioni rilasciate dalla PA sono valide e utilizzabili solo nei rapporti tra privati,” mentre “nei rapporti con gli organi della PA e i gestori di pubblici servizi, i certificati… sono sempre sostituiti dall’autocertificazione.”
Se un dipendente rifiuta l’autocertificazione, commette una violazione dei doveri d’ufficio. Puoi segnalare la cosa all’Amministrazione di appartenenza, e in teoria quel dipendente può essere sanzionato. Questo è un aspetto da non sottovalutare: la semplificazione burocratica è un diritto che il cittadino può far valere.
Differenza tra Autocertificazione e Autenticazione della Firma
Alcune persone confondono l’autocertificazione con la necessità di autenticare la firma dal notaio. Non c’è nulla di più lontano dalla realtà: in genere, la firma sull’autocertificazione non deve essere autenticata. Basta che la persona dichiarante firmi e alleghi la fotocopia del documento (se non firma davanti al funzionario). Solo in rarissimi casi (ad esempio se la legge lo prevede espressamente) serve l’autentica della firma. Quindi, puoi stare tranquillo: niente code dal notaio e niente costi di marca da bollo, in linea generale.
Esempio per Autocertificare un Titolo di Studio
Ti potrebbe far comodo un esempio pratico. Eccolo qui (strutturato in modo semplice e chiaro):
Io sottoscritto/a [Nome e Cognome], nato/a a [Luogo di nascita] il [Data di nascita], residente in [Indirizzo, Comune, CAP], consapevole delle sanzioni penali previste in caso di dichiarazioni false o mendaci, ai sensi dell’art. 76 del DPR 445/2000,
DICHIARO
Di aver conseguito il [Diploma / Laurea / altro titolo di studio] presso [Istituto / Università], ubicato in [Città e indirizzo], nell’anno [anno di conseguimento], con votazione [voto] (se richiesta).
Che quanto dichiarato corrisponde al vero e che, in caso di verifica, sono disponibile a fornire ulteriore documentazione se necessaria.
Luogo e Data: [Città, data]
Firma: [firma del dichiarante]
Allegato: Fotocopia fronte/retro di un documento di identità in corso di validità (se non firmo in presenza del funzionario).
Se si necessita di un documento in formato Word o PDF è possibile scaricare il modulo autocertificazione titolo di studio dal sito Autocertificazioni.net.
Come Consegnare l’Autocertificazione
Di Persona: Se vuoi consegnarla allo sportello di un ufficio pubblico, porta con te un documento di identità. Firmi davanti al dipendente, e non devi allegare fotocopie.
Per Posta: Invia la dichiarazione con raccomandata (meglio AR), allegando la fotocopia del tuo documento di identità.
Per Fax: Sì, il fax esiste ancora in alcuni uffici! Stampa la dichiarazione, firmala, poi la spedisci via fax insieme alla fotocopia del documento.
Per Email PEC: Se hai la Posta Elettronica Certificata, puoi allegare il PDF della dichiarazione firmata e la scansione del documento d’identità. Essendo un sistema certificato, spesso è considerato sufficiente.
Conclusioni
In definitiva, autocertificare un titolo di studio (sia esso diploma, laurea, specializzazione) è una procedura relativamente semplice, che permette di risparmiare tempo e burocrazia. È un diritto garantito dalla normativa italiana, e gli enti pubblici o i gestori di servizi pubblici sono obbligati ad accettarlo. Molti privati, inoltre, trovano comodo ricevere un’autocertificazione invece di un certificato, riducendo anche per loro i costi di verifica.
Hai presente quando, per un concorso o un’iscrizione a un albo, chiedono di presentare il certificato di laurea e ti tocca muoverti fra segreterie universitarie e pagamenti di bolli? Ecco, tutto ciò si può evitare con un foglio in cui dichiari il tuo titolo. È pratica e civiltà amministrativa.
L’unica “contropartita” è che devi essere onesto al 100%. Le dichiarazioni false sono punite, anche penalmente. Quindi, non c’è spazio per furbate o per “gonfiare” il curriculum. Ma se possiedi effettivamente il titolo, puoi autocertificarlo in modo rapido, certo che l’ufficio dovrà accettare la tua dichiarazione, pena incorrere in infrazioni disciplinari.